Words, Wine and Roses
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Coming up rosé

Nella foto, assai poco bloggabile/instagrammabile, il Merlot Kretzer Kotzner 2019 di Armin Kobler posa insieme alla rosa Johann Wolfgang von Goethe, ibrida di tea.


Tanto per scomodare René Magritte, avrei potuto intitolare questo post «Ceci n’est pas un rosé». E mai titolo sarebbe stato più azzeccato, perché il Kotzner di fatto non è un rosé, ma una sua interpretazione atipica.

Questo vino di Armin Kobler, geniale vignaiolo sudtirolese di Magrè sulla Strada del Vino, non si ispira certo ai rosati provenzali. E non è neppure il «solito» Kretzer a base di lagrein, in quanto prodotto da eccellenti uve merlot surmature coltivate su terreno sabbioso-argilloso ricco di detriti dolomitici, minimizzando gli interventi in vigna e in cantina con l’impiego della lotta integrata.

Sul suo sito Armin spiega che fino a poco prima della completa maturazione il merlot è caratterizzato da aromi vegetali che, una volta nel bicchiere, al naso ricorderebbero peperone verde, erba appena tagliata o verdura cotta… insomma, quello che lui definisce un «worst case organolettico»! La scelta di impiegare uve vendemmiate in surmaturazione fa sì che il vino abbia una gradazione alcolica di ben 14,5 gradi, che però non compromette in alcun modo la piacevolezza della beva.

La fermentazione e la maturazione sulle fecce fini si svolgono in acciaio, senza malolattica né stabilizzazione tartarica.

Di color rubino chiaro, pieno di personalità e di buona complessità, colpisce per le intriganti note olfattive di rosa, frutti rossi e susina sotto spirito e i sentori speziati di chiodi di garofano.

Di struttura piena e ottima persistenza, al palato risulta morbido (appena un accenno di dolcezza), dal tannino levigato, con una buona spalla acida e una lieve ma percepibile mineralità a garantire equilibrio e armonia.

Non è propriamente un vino da aperitivo, piuttosto si sposa perfettamente a piatti anche elaborati a base di carne bianca o di pesce grasso. Di mio posso dire che ha retto in maniera egregia un abbinamento poco ortodosso: una tartare di manzo svizzero accompagnata da pane tostato e burro di malga.

Ah, dimenticavo: il tappo è a vite, alla faccia di chi sostiene  a torto che lo Stelvin sia solo per i vini di poco conto!



I presenti appunti di degustazione rappresentano la mia opinione personale e non hanno alcuno scopo pubblicitario.
La bottiglia è stata da me acquistata nel mese di novembre 2020.

Nella foto, assai poco bloggabile/instagrammabile, il Kotzner di Armin Kobler posa insieme alla rosa Johann Wolfgang von Goethe, ibrida di tea.

About me

Transcreator e traduttrice
tedesco → italiano/italiano per la Svizzera ←olandese
(ASTTI, BDÜ), sommelière diplomata ASSP

Nata in Piemonte, vive nel cuore del Canton Ticino. Da sempre appassionata di parole. Ama i vini altoatesini, la cucina giapponese e le rose inglesi.

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