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Il linguaggio del vino: 10 termini per ritrovare la diritta via e non smarrirsi nell’oscura selva enologica / 2

Rieccomi a continuare l’elenco con altri 10 termini enologici che vi aiuteranno a ritrovare la diritta via che porta in cantina!

Ma non voglio scomodare troppo il Sommo Dante che, si sa, a tavola era estremamente parco e sobrio, e molto probabilmente mi manderebbe all’Inferno.

Vi auguro buona lettura!


1) Cuvée

Una cuvée è un vino prodotto da diversi vitigni.
Ma attenzione, per lo Champagne e gli spumanti questo termine assume un significato diverso e indica un vino ottenuto dalla miscela di uve provenienti da vigneti e annate differenti.
Nella produzione dello Champagne, inoltre, viene chiamato cuvée anche il mosto ottenuto dalla prima spremitura delle uve.

2) Decantazione

Decantare un vino significa travasarlo dalla bottiglia a un altro recipiente, ad es. un decanter o una caraffa, per eliminare i sedimenti e/o aerare il vino.

3) Degustazione alla cieca

Una degustazione alla cieca è una degustazione svolta da professionisti: le bottiglie vengono «mascherate» (o i vini vengono addirittura serviti in calici neri) e in questo modo nessuno sa quale vino sta analizzando.

4) Deposito

Trovare dei residui sotto il tappo, sul fondo o sulle pareti di una bottiglia (la cosiddetta «camicia») non significa affatto che il vino in questione sia di scarsa qualità.
Nei vini bianchi si trovano spesso dei piccoli cristalli di tartrati che possono precipitare e depositarsi sul fondo della bottiglia in seguito agli sbalzi di temperatura.
Nei vini rossi con qualche anno alle spalle si può trovare un sedimento polveroso dovuto ai fenomeni chimico-fisici avvenuti durante l’invecchiamento.
Siccome generalmente ha un sapore amarognolo, il deposito dovrebbe restare sul fondo della bottiglia oppure dovrebbe essere eliminato mediante decantazione.

5) Diraspatura

Diraspare significa separare gli acini dal raspo (lo «scheletro» dell’uva) prima della pigiatura. Questa operazione può svolgersi sia manualmente sia utilizzando delle diraspatrici.
Poiché presenta un’elevatissima concentrazione di tannini, il raspo viene quasi sempre eliminato onde evitare un’eccessiva astringenza nel vino.

6) Equilibrato

Un vino è equilibrato quando le componenti che rappresentano la durezza (sapidità, freschezza – e tannicità nei vini rossi) sono efficacemente bilanciate dalle sensazioni di morbidezza (dolcezza, morbidezza e sensazione alcolica).

7) Fermentazione spontanea

La fermentazione spontanea è una fermentazione che si innesca naturalmente grazie all’azione dei lieviti indigeni (microorganismi naturalmente presenti sulle uve e in cantina).
Per minimizzare i rischi a essa correlati, questa procedura viene spesso controllata aggiungendo lieviti selezionati oppure impiegando lieviti indigeni selezionati in laboratorio.

8) Finale

È la sintesi delle sensazioni che persistono in bocca dopo avere deglutito il vino.
Il finale può essere più o meno lungo e intenso. Di solito, maggiore è la sua lunghezza, migliore è la qualità del vino.

9) Ice wine

Anche Eiswein, in base alla zona di produzione.
Si tratta di vini dolci ottenuti da uve surmaturate (qui la Botrytis cinerea, la cosiddetta «muffa nobile», è assente) e vendemmiate a una temperatura non superiore ai -7 °C. I grappoli vengono immediatamente pressati, in modo tale da mantenere l’elevata concentrazione di zuccheri presente all’interno degli acini.
Perfettamente equilibrati e di spiccata acidità, vengono prodotti soprattutto in Austria, Germania, Alto Adige e Canada, ma io ne ho provato anche uno svedese strepitoso!

10) Jeroboam

È una bottiglia da 4,5-5 litri (3 litri per lo Champagne, il formato utilizzato sul podio durante le premiazioni dei GP).


Alla salute e… alla prossima con altri 10 termini enologici per ritrovare la diritta via!